Federica Giardini, La lingua come radice mobile
La lingua materna come filo non identitario, come radice mobile.
Quale filo lega le donne coinvolte in Darps, nelle iniziative della fondazione?
Amore per l’arte, da tutte le posizioni che ne costituiscono la costellazione.
Ma anche la lingua. Lingua materna, l’italiano, che è un’origine senza contenuti, senza destino.
E’ la cifra che ci segna, materiale, fisica, storica e culturale.
La singolarità che segna il nostro inizio di esseri parlanti e ci accompagna nei nostri spostamenti.
La lingua italiana è un filo – possibile, non predeterminato – che parla di diaspora, movimenti, emigrazioni.
La storia della lingua italiana è una storia di disidentificazione da un territorio nazionale.
E’ un filo che prende a rovescio lo spirito sovranista. Non è “prima gli italiani”. Piuttosto: a partire dalla lingua italiana. A partire, per seguire tutti i movimenti di chi la parla.
Per altri versi, prende a rovescio l’egemonia del mondo anglofono. Come per la proposta dell’Italian Thought (Roberto Esposito), il vettore di traduzione non è Inglese – > italiano ma il contrario.
Non la traduzione e soggezione ai modelli dominanti, ma la desiderabilità per altri di quel che andiamo facendo.
La lingua come filo è prendere una lingua tra le lingue, il parlato, lo scritto e i linguaggi dell’arte e le altre lingue dei luoghi d’arrivo o di residenza temporanea.
Federica Giardini